Continua l’esplorazione di tutto quello che sovrasta la nostra persona, la fa sentire un nulla nell’universo, ma indica che noi veniamo dall’alto e lì torneremo.
Abbiamo scoperto o riscoperto le cupole, costruzioni che imitano la volta celeste che ha sempre affascinato l’uomo.
Abbiamo poi scalato i tetti per osservare da vicino i comignoli, sentinelle del firmamento che ci sovrasta.
Ci siamo arrampicati sugli alberi alla ricerca di nidi, da cui vediamo con invidia gli uccelli prendere il volo.
Ora è la volta degli obelischi la cui punta solletica il cielo.
Roma è la città con il maggior numero di obelischi al mondo.
Questi obelischi in gran parte di origine egizia, furono trasportati a Roma all’epoca di Augusto, dopo la conquista dell’Egitto da parte dei romani, a seguito della battaglia di Azio del 31 a.C.
Alcuni obelischi sono imitazioni di epoca romana, ma il granito rosso utizzato per realizzarli proveniva, nella maggioranza dei casi, dalle cave di Assuan.
Con la caduta dell’impero romano gli obelischi furono in parte abbandonati, in parte abbatuti.
Furono di nuovo rialzati nella Roma papale, a partire da papa Sisto V, per dare alla città una nuova veste e diventandone una caratteristica, ripresa poi anche in epoca moderna con nuove forme.
Roma possedeva anche un obelisco axumita, non egizio, l’obelisco di Axum, che è stato restituito all’Etiopia nel 2005.