Street art a Roma

Volete vedere un capolavoro di street art a Roma?

Andate a via del Porto fluviale una traversa della via Ostiense poco distante dalla Piramide Cestia. C’è una vecchia ex caserma dell’aeronautica occupata.
Improvvisamente sulle pareti esterne dell’edificio sono apparsi dei volti e tutto il palazzo è stato ricoperto da un immenso murales che sfrutta in maniera eccezionale le finestre, le porte, gli spigoli del palazzo per creare questo muro di volti che ci guardano con i loro grandi occhi scuri.
Immensi come dei giganti o come ciclopi con un occhio solo. I volti si accavallano, si uniscono, si mescolano, si fondono creando dei mostri di un affollato inferno dantesco. Non si conosce il nome dell’autore, ma solo lo pseudonimo Blu. E’ un italiano di Senigallia che è stato segnalato dalla prestigiosa rivista the Observer tra i migliori dieci street artist in circolazione.
Il suo nome è legato ad opere presenti in ogni parte del mondo. Questo artista ha lasciato sui muri scrostati di questa vecchia caserma il suo capolavoro.
Quindi dopo le cupole, i comignoli è il tempo dei murales!

Poco più avanti sulla via Ostiense ecco un’altra opera di questo grande artista. Un serpentone di auto si snoda sui muri di un palazzo. Le auto sono legate le une alle altre per i paraurti e sono una metafora del mondo di oggi che va sempre di fretta, ma quando sale in auto deve accontentarsi di accodarsi a questo mostruoso lumacone.

Non sono finite qui le emozioni che può darvi un giro per le strade di questo quartiere. Vi sono molti altri artisti che hanno lasciato un segno della loro arte. Come per esempio Agostino Iacurci che sul muro di una pescheria in via del Porto fluviale ha realizzato il suo “nuotatore”. Una figura alla Paperoga che nuota in un mare di pesci.

Poco distante da lì non perdetevi la realizzazione di Axel Void che con il suo “nessuno” ci mostra la nuca di una donna.

 

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Basta girare un angolo per trovarsi di fronte al lavoro di Momo, un artista americano, che ha ricoperto con la sua opera un’intero palazzo.

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Proseguendo la strada si incontra un’immensa scritta che campeggia sul muro di cinta dell’Italgas “Paint over the crack” (dipingi sulle crepe), opera di Kid Acne.

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In via dei Magazzini generali e ci si trova di fronte ad un impressionante muro di volti. E’ una delle più belle esemplificazioni sulle modalità della comunicazione.

Da una parte della strada una parete di fondo rosso su cui spiccano personaggi in bianco e nero. E’ l’opera che J. B. Rock ha realizzato utilizzando il volto di diversi personaggi noti, a cominciare da Dante Alighieri per finire con Zorro.

E’ “wall of the fame” (muro dei famosi). Volti di gente famosa uno accanto all’altro come in una vetrina di un grande magazzino.

Dall’altra parte della strada a fronteggiarli come in un’ipotetica sfida una parete blu, dove Sten&Lex ritraggono volti di gente comune, persone che abitano nel quartiere.

Siamo noi  che in genere subiamo l’atto della comunicazione e che qui veniamo invitati a ritornare ad esserne parte attiva.

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Completa l’opera di questi artisti il disegno di una pantera in cui si intravede un volto di donna a significare che comunicare è un atto creativo di estrema potenza (la pantera) sulla quale la mente (la donna) esercita il controllo.

Inoltre gli stessi autori sono tra i pionieri dello “stencil graffiti” in Italia e hanno realizzato, con questa tecnica,  sul muro di un palazzo a Garbatella un meraviglioso murales. 

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Un’altra realizzazione sempre con questa tecnica degli stessi autori si trova in via delle conce.

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Non crediate che tutto finisca qui. C’è ancora molto da vedere se avete voglia di girare.

Andando avanti per via Ostiense si incontra il murales di Gaia una street artist americana che con l’opera “il picconatore” vuole denunciare lo scempio che si è fatto in questa città con le costruzioni degli ultimi anni che hanno cambiato il volto di Roma.

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Fino a trovarci di fronte a una delicata serie di nudi che si stagliano a malapena dal muro su cui sono stati tracciati, infatti il colore è così tenue e così simile a quello della parete su cui sono stati dipinti da risultare quasi invisibili.

Sono opera di Borondo artista spagnolo.

Nel primo due uomini si uniscono per le teste a significare che oltre l’unione dei corpi è importante anche quella delle menti.

L’ultimo è il segno della nostra attenzione verso l’arte.

Qualche imbecille ha piazzato un cartellone pubblicitario davanti ad una delle figure di cui ormai si vede solo la testa.

Anche le istituzioni per una volta si sono mostrate lungimiranti ed infatti per completare la ristrutturazione di un palazzo a garbatella hanno chiamato uno street artist tedesco, Clemens Behr che ha realizzato un’opera monumentale.

Basta poi fare un salto al sottopasso all’inizio della via Ostiense per trovarsi in una vera e propria galleria d’arte alla cui realizzazione hanno partecipato molti artisti. Ci sono murales di Moneyless, Martina Merlini, Andreco, 2501, Ozmo (i ritratti di Shelley e Gramsci), Tellas e Gaia.

Ma c’è ancora altro da vedere. In via delle conce infatti ha lasciato la sua impronta su di una lunga parete Herbert Baglione. Con la sua opera ha voluto rappresentare, in un elegante bianco e nero, il conflitto tra l’uomo e la città.

Ora dobbiamo spostarci ad un altro sottopasso quello di via Silvio D’Amico a garbatella. Lì troviamo le opere di altri due grandi nomi della street art.

Il primo è quello di 108 (non è uno scherzo, si fa chiamare così) che con il suo “Batman” ha ricoperto una parete.

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Il muro di fronte è stato utilizzato da Gabriel Specter, street artists newyorchese di Brooklyn che ha realizzato un grande dipinto murale di 20 metri per 5.
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Infine sempre in quella zona vi è l’opera di Guy Denning “Dì se questo è vero”

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Questo è l’ultimo in ordine di tempo comparso sui muri di Garbatella. Vi ha lavorato un artista che come un rocciatore legato con delle  corde e con i secchi di vernice al fianco ha dipinto la nave sbalottata da questo mare in tempesta.

Meraviglia! Oggi passando di nuovo di fronte al murales ho trovato ancora l’artista al lavoro. L’opera non era finita! Ora non è più una nave in tempesta, ma una città che si ribella!
Chissà cosa diventarà domani!

Quello che era nato come un gesto di rottura per ridare dignità alle case occupate e ai muri sbreccati delle periferie della città si sta diffondendo a macchia d’olio e si sta affermando come una moda.
Presto si sentiranno signore parlare delle loro case in questi termini: “La mia è stata recentemente rivestita tutta da Blu” “La mia invece è stata affrescata di recente da Borondo”.
Dovremo abituarci a questi nomi perché delle opere di questi artisti si riempirà la città. Infatti interi comprensori si stanno ricoprendo di murales come a Tormarancia.

 

Che dire se una mattina aprendo la porta di casa vi trovaste di fronte ad uno di questi spettacoli. La fantasia e la creatività non avranno mai fine!

Una risposta a Street art a Roma

  1. Domenico Spanò ha detto:

    Arte pura !
    Complimenti per il lavoro.

    "Mi piace"

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